Dopo il lavoro, ho voglia di parlare di lavoro.
I simulatori di camion fangosi dello studio Saber Interactive mi hanno conquistato nel 2020 grazie a Snowrunner. Non riesco a immaginare un momento migliore per il lancio di questo titolo, che arriva proprio nel bel mezzo di una pandemia. C’era molto tempo a disposizione e i giochi di questa serie necessitano proprio di tanto tempo. Non dimenticherò mai quando ho guidato per un’ora un camion con rimorchio lungo diversi metri attraverso sentieri di montagna e solchi fangosi, per poi finire fuori strada proprio prima di arrivare a destinazione. Lo ricordo ancora oggi… quindi immagino sia stato fantastico.
Sì, perché i compiti in questi giochi, anche se possono sembrare generici, sono una vera e propria sfida. Non siamo inseguiti dal tempo, al contrario bisogna affrontare tutto con estrema pazienza. E in RoadCraft in particolare. Se volete giocare a RoadCraft, vi consigliamo di scaricarlo gratuitamente dal nostro sito.
Si tratta di un gioco completamente diverso dai precedenti
RoadCraft è completamente diverso dai giochi precedenti dello stesso studio, Snowrunner ed Expeditions. In teoria, gli sviluppatori hanno semplificato le meccaniche di guida, ma in realtà il gioco rimane molto impegnativo. Non è più possibile personalizzare i veicoli dal punto di vista meccanico (se il camion non dispone di una fune con gancio disponibile, non è possibile montarla, ecc.), quindi è necessario prestare ancora più attenzione alla scelta dei veicoli per scopi specifici.
E le categorie di veicoli qui si sono moltiplicate, eccome! Tutto questo perché anche l’elenco delle attività è stato modificato radicalmente. Mentre in Snowrunner ci concentravamo principalmente sul trasporto delle merci a destinazione (o sul loro recupero), in Expeditions esploravamo mappe vergini senza percorsi definiti, mentre in RoadCraft facciamo un po’ di tutto. Sì, c’è molto da trasportare, come tubi o travi metalliche, ma prima bisogna raccogliere i rifiuti e portarli al centro di riciclaggio. Poi bisogna caricarli sul camion e fissarli con delle corde. A quel punto si può partire.
E mentre ci dirigiamo verso la nostra destinazione, lungo la strada potremmo scoprire che qualcosa non va. Il terreno è allagato, dalle montagne sono caduti grandi massi o il fango è così fangoso che nessun camion può passare. Ed è qui che entra in gioco la meccanica di costruzione delle strade del titolo. Per prima cosa carichiamo la sabbia su un camion, poi andiamo a destinazione per scaricarla e infine la distribuiamo con l’escavatore, versiamo l’asfalto con la finitrice e compattiamo l’intera superficie con il rullo.
Costruiamo le strade nei luoghi indicati dal gioco o dove preferiamo. Se notate un luogo in cui potrebbe essere utile creare una potenziale scorciatoia, lì può essere costruita una strada. La differenza è che in questi luoghi dovete eseguire manualmente tutti e quattro i passaggi, oppure ignorare gli ultimi due e guidare sulla sabbia; in ogni caso, una strada del genere si “consoliderà” rapidamente se la percorrerete spesso.
Ho quindi l’impressione che RoadCraft sia diventato un gioco cooperativo ancora più forte di prima. La collaborazione tra i giocatori nel “gestire” tutta la logistica relativa alla costruzione di strade e alla distribuzione delle merci è semplicemente fantastica e funziona bene. Purtroppo, i progressi vengono salvati solo dal leader, quindi questa modalità di ingresso nel gioco e di aiuto alla cooperazione funziona molto bene.
Quando il gioco indica chiaramente il luogo in cui costruire una potenziale strada, il lavoro può essere delegato all’intelligenza artificiale che svolge questi compiti in modo efficiente. In generale, ci sono più percorsi prestabiliti per l’IA e, purtroppo, negli altri casi si può notare quanto questa intelligenza artificiale sia… artificiale. I veicoli seguono un percorso rigidamente prestabilito e anche un piccolo sassolino sulla strada si rivela un ostacolo insormontabile per loro. Non è raro che l’IA si perda e, quando va a sbattere contro un palo, non riesce nemmeno a fare retromarcia.

C’è l’imbarazzo della scelta
Ciò che mi ha affascinato di più di RoadCraft è la varietà dei compiti da svolgere. Per gli amanti dell’esplorazione, ci sono semplici missioni che incoraggiano a trovare la strada per raggiungere luoghi difficilmente accessibili. Per chi ama il lavoro più pesante, invece, ci sono la posa di cavi elettrici sotterranei, la costruzione di ponti, la raccolta e il trasporto dei rifiuti al centro di riciclaggio, il taglio degli alberi e il taglio dei tronchi. Devo ammettere che anche dopo decine di ore di gioco continuo a sorprendermi.
Sicuramente mi mancano alcune meccaniche eliminate, come l’installazione di potenziamenti sui veicoli o la possibilità di tracciare percorsi, che aiutava nella navigazione (visto che non c’è una minimappa), ma capisco anche il motivo di queste scelte progettuali. RoadCraft non è più un gioco in cui si guida dal punto A al punto B su un terreno difficile. In una certa misura lo è ancora, ma i percorsi non sono più così difficili e lunghi. Qui c’è più lavoro ripetitivo, ma è la sua esecuzione a dare soddisfazione.
Devo ammettere che c’è qualcosa di incredibilmente rilassante nel completare il terzo “giro” sulla sabbia, ammucchiarla sulla riva del lago e “spalmarla” faticosamente con l’escavatore, fino a quando finalmente si crea una scorciatoia che mi faciliterà le prossime ore di gioco. Buona musica, podcast… Insomma, ci si può divertire per un centinaio di ore, se non di più.
La nostra valutazione
RoadCraft è un esempio interessante di gioco che sembrerà completamente nuovo e originale sia ai giocatori più esperti che a chi non ha mai visto Snowrunner. Personalmente, sono al settimo cielo: è un gioco molto valido che, con la giusta mentalità, può assorbire l’utente per oltre cento ore. La nostra valutazione è 8/10.